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LE "RANE"

DA ARISTOFANE

 

 

Le “Rane” o il potere della “Poesia”

Nel 405 a.C. Atene stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia, dilaniata dalla guerra con Sparta (a cui si sarebbe arresa un anno dopo, nel 404 a.C.) e da ferocissime lotte interne tra fazioni che si contendevano il potere in una democrazia restaurata da poco, dopo che l’ oligarchia aveva perso la fiducia dei cittadini in appena un paio d’anni (411-409 a.C).: sembrava che Atene fosse ormai destinata a perdere il suo primato, tanto militare quanto culturale, e che il futuro non sarebbe stato luminoso come il passato.

In questa atmosfera è ambientata la commedia profondamente nostalgica di Aristofane che si muove su due strade convergenti, quella di salvare la poesia e quella di salvare la città, o meglio, quella di salvare la città attraverso la poesia.

Riportare in vita i morti, i grandi poeti del passato anche recente (Sofocle ed Euripide erano entrambi morti nel 406 a.C) è l’unica soluzione affinché Atene torni a splendere.

Dioniso, dio del Teatro, con il suo servo Xantia, intraprende questo viaggio nell’Ade alla ricerca di un poeta… “ho bisogno di un poeta coi fiocchi: i buoni son morti e i vivi son tristi”, i poeti giovani sono solo “…raspollini, chiacchiericci, assemblee di rondinelle, veri vituperi dell’arte…”

Ma perché un poeta dovrebbe essere preferito ad altre persone, nell’ottica della salvezza della città? Risponde Euripide:
“Per la sua capacità e i suoi ammonimenti, e perché rendiamo migliori i cittadini nelle loro comunità”.

Il primato della poesia, dunque, che diventa simbolo nel ”coro delle rane” che dà il titolo alla commedia . L’incontro di Dioniso con le rane, che cantano il loro amore per la poesia, anche se è un breve episodio, acquista importanza a prescindere da quanto spazio abbia nella vicenda. Le rane, allora, ci appaiono simboleggiare il valore ed il ”potere della poesia”, poiché proprio su questo è incentrato il loro canto e il loro breve dialogo con Dioniso. E come abbiamo visto poc'anzi questo potere può, secondo la visione ideale di Aristofane, persino portare la salvezza alla città di Atene.

E’ una possibilità che diamo, a noi stessi e al nostro pubblico, non possiamo non crederci, anche se il dubbio, come affermava Brecht, è la cosa più certa tra tutte le cose sicure.
Il nostro intento, nel riproporre al nostro pubblico questa commedia, non è quello di piegare Aristofane per parlare dell’oggi, ma al contrario, di utilizzare la nostra contemporaneità, tutta, per cercare i nostri Eschilo ed Euripide.

 

 

Compagnia Teatrale Hybris: Via Conversano, 4  -  70017 Putignano (Ba)        Tel:  3406172533       E-mail:  info@hybris.ba.it

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